
Il diario di Roberta: la scoperta di Sofia
L’Autunno è durato troppo poco per me.
All’improvviso ho visto arrivare l’Inverno, le onde del mare increspare, il lungomare diventare grigio, sporco di fango e foglie cadute. L’inverno mi ha sempre messo un po’ di tristezza, soprattutto per i colori che vanno via. Per questo ho poi sviluppato un’ossessione per le borse colorate di Macrì: portano arte e colore anche nelle giornate più nere.
E poi si abbinano bene alle mie sciarpe colorate.
Ho ripreso a studiare, a dare esami di continuo, a correre da un’aula all’altra, con l’ombrello in una mano e appunti, libri e fotocopie nell’altra. Mi sembra lontana una vita la mia meravigliosa vacanza, l’estate e il caldo ed è subito depressione.
Almeno, così era fino a due giorni fa. Avevo appena finito di dare un esame andato bene e passeggiavo per Via Partenope quando ho deciso di dare un’occhiata alla vetrina Macrì, e ho visto Sofia Loren. Non nel negozio, ovvio, ma su una delle loro borse.
Com’è possibile che io mi fossi persa questa perla di borsa? In quale esistenza parallela in non dovevo obbligatoriamente comprare quella borsa?
Ma sopratutto. Dovevo farmi un regalo, ormai si è capito che è la mia filosofia di vita. E quindi, dopo aver visto il mare, visto un gatto che attraversava la strada, una signora stringersi nella giacca e due ragazzi che facevano jogging sono entrata nell’Hotel Royal Continental che ospita il negozio, ho rallentato il passo, ho percorso l’elegante hall e sono andata dritta al suo angolo destro, dove scintilla tutta in vetro la mia bottega delle meraviglie.
E quindi l’ho presa. Questo di sopra è tutto il giro di parole che ho fatto con mia madre per giustificare i miei attacchi Macrì: d’altronde è arte, e un genitore non può allontanare un figlio dall’arte. É altamente antieducativo.
Quindi l’ho presa, e adesso è sulla mia scrivania e la sfrutterò stasera, al mio primo appuntamento galante con il ragazzo delle lettere.
Racconto poi com’è andata!
Roberta
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