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Napoli città di maioliche 

Il chiostro di Santa Chiara, e il tema della maiolica con i colori limone, vite e glicine.

ARTICOLO DI MINA GRASSO

A Napoli “La maiolica è stata portata a meraviglioso gusto e perfezione, perché dal Re è stata vigorosamente protetta”. Era così che l’illuminista Giuseppe Maria Galanti affermava, riconoscendo al Re Carlo di Borbone il merito di aver fatto diventare grande l’antica arte della lavorazione della maiolica, risalente al medioevo e giunta fino al Settecento con una qualità assai elevata.

Ne è un meraviglioso esempio il chiostro maiolicato delle Clarisse a Santa Chiara, opera gotica, che venne rivestito di mattonelle, dette riggiole, nel 1742 su disegni di Domenico Antonio Vaccaro.

La Riggiola

La parola riggiola viene ancora oggi utilizzata a Napoli per descrivere maioliche e mattonelle. Il suo significato e la sua etimologia, non sono rintracciabili in un’unica radice, ma bensì in una pluralità di significati. Vi sono connessioni profonde con l’arabo “rahal” ma anche con lo spagnolo “rejuela” e “rejal” con cui in lingua castigliana si indicavano le pile di mattoni. Definendo la mattonella “Riggiola” l’addetto alla posa (ossia il piastrellista) in napoletano si chiama quindi ‘o riggiularo. Famosi furono i riggiolari del chiostro di Santa Chiara, i napoletani Donato e Giuseppe Massa. Nell’ormai famoso chiostro, ogni singola mattonella fu da loro lavorata con estrema cura e dedizione, essendo ognuna un pezzo unico.

La storia del chiostro di Santa Chiara

La costruzione di Santa Chiara ebbe inizio nel 1310, voluta dal re Roberto d’Angiò e da sua moglie Sancia di Maiorca. Ospitava due conventi: uno femminile per le clarisse e l’altro maschile per i frati minori francescani.

Domenico Antonio Vaccaro nei suoi interventi nel ‘700 realizzò due viali che, incrociandosi, hanno diviso il giardino in quattro settori. I quattro lati del Chiostro, formano un portico interrato, un piano sotto rispetto al giardino e sono rivestiti da affreschi seicenteschi raffiguranti scene dell’Antico Testamento.

I decori delle Riggiole sono invece motivi a tralci di viti e glicini, motivi agresti, marinari e mitologici. I colori dominanti e tipici sono il giallo ed il blu che rimandano ai colori degli alberi e delle piante che furono piantate nel chiostro: limone, vite e glicine.

Il monumento oggi

La chiesa di Santa Chiara si presenta oggi imponente e perfetta, nelle sue originarie forme gotiche, con una facciata semplice dominata da un meraviglioso rosone traforato. All’interno della struttura si può inoltre ammirare il Museo dell’Opera, che conserva alcuni tesori scampati al bombardamento del 1943, uno stabilimento termale romano del I sec d.C. e un tradizionale presepe con pastori del Settecento e dell’Ottocento. É incredibile ed affascinante il contrasto tra la sobrietà degli esterni e la ricchezza decorativa delle panche e dei viali del Chiostro maiolicato. Dettagli che da sempre hanno emozionato il team Macrì, fino al momento in cui è stato possibile rendere omaggio a questa grandiosa opera attraverso le tele ed i decori della collezione Capricci di Macrì.

La Riggiola nei segni di Macrì

I tipici colori mediterranei del limone, della vite e del glicine vengono ripresi da Macrì nelle sue lavorazioni, attraverso il tema della maiolica che con la sua opulenza di toni e colori riempie tanto gli occhi quanto il cuore. Colori forti e brillanti che caratterizzano tanto la collezione dei quadri quanto la collezione Capricci di Macrì, che comprende Borse in pelle, uniche dove il colore e la stampa sono l’inconfondibile motivo di ogni manufatto. Sono veri e propri quadri da portare sempre con sè. Il tema Maiolicato ed il tema Maiolicato Blu di Macrì, fatti di pennellate dai colori caldi e brillanti, sono il nostro omaggio al Chiostro Maiolicato di Santa Chiara e ai decori del Vaccaro. Ad arricchire la collezione di borse ed accessori, anche il tema Maiolicato New, che riprende invece le bellissime maioliche vietresi con i loro colori solari e brillanti.